TERZA Tappa
Quella mattina siamo passati lungo la E39, la strada europea che collega la Norvegia con la Svezia ed altri stati del nord Europa, nei pressi del lago che bagna le rive di Førde. Uno specchio azzurro e tranquillo rifletteva il monte Skjorta, creando un piacevole quadro ricco di armonia e di tonalità blu.
Dirigendoci verso Nord-Est, abbiamo seguito la forma del parco Jostedalsbreen, il ghiacciaio principale della Norvegia. Sono tantissime le valli create dalle sue lingue di ghiaccio, vederle tutte sarebbe stato impossibile, così ne abbiamo battezzata una in particolare.
Appena ci siamo addentrati dentro la valle di Olden abbiamo subito capito che ci saremmo restati per un po'.
Una valle che parte da un fiordo, che poi diventa lago, circondata da montagne spettacolari che si spingono verso il cielo e verso l'acqua, grazie al riflesso costante che il lago produce.
Arrivati in fondo alla valle, ci siamo fermati al cospetto del Briksdalsbreen, una lingua di ghiaccio facile da raggiungere a piedi.
Esistono due percorsi, uno facilissimo, percorribile a piedi o tramite dei "trenini" (quad) che sono gestiti dai proprietari del terreno, e un percorso decisamente più avventuroso. Quest'ultimo condurrebbe sulla cappa glaciale al di sopra della montagna, sfruttando un evidente canalino roccioso, noi però, sprovvisti di attrezzatura alpinistica abbiamo evitato la risalita, ed abbiamo utilizzato il sentiero per addentrarci nella vegetazione circostante, per poi ricollegarci al laghetto di scioglimento del ghiacciaio.
La lingua del ghiacciaio era affascinante, però è bastato cercare in rete le sue foto del passato, anche degli ultimi dieci anni per rattristirsi dell'enorme arretramento.
Basta immaginare che quella che ora è una lingua sospesa, pochi anni fa raggiungeva il punto in cui si trova ora il lago, che ancora non esisteva. Era una muraglia di ghiaccio, mentre ora è ridotta a una lieve "cascatella".
Ad ogni modo, quella conca è uno spettacolo della natura, siamo rimasti il più possibile al suo interno per osservarla, respirando il vento gelido ed impazzito che roteava attorno a noi.
Tornati alla macchina, abbiamo notato che dal bordo della strada scorgeva un muro di ghiaccio!
Cartina alla mano è stato facile capire che si trattava del Brenndalsbreen, e che si poteva raggiungere con una mezzora di cammino, partendo da una fattoria.
Il tempo si era ingrigito, sicuramente non bello come le ore precedenti, ma abbiamo comunque deciso di incamminarci.
Il tempo si era ingrigito, sicuramente non bello come le ore precedenti, ma abbiamo comunque deciso di incamminarci.
Finito il tour dei ghiacciai, dovevamo cercare un posto dove mangiare ed uno dove dormire. Abbiamo trovato una stazione di servizio ad Olden con una sorta di fast food al suo interno, abbiamo mangiato molto bene. Per dormire ci siamo spostati più a Nord, nella parte superiore del parco, sulle rive del lago Oppstrynsvatnet, un lago nei pressi di Styrn, cittadina dove abbiamo anche ricaricato in un Supercharger.
Sulla riva dove abbiamo parcheggiato è arrivato anche un carinissimo visone che si è messo in mostra tra le rocce.