Seconda Tappa
Escursione invernale a Bøyum e road trip verso Sandane
Dopo esserci svegliati, in una splendida giornata primaverile, abbiamo deciso di proseguire il nostro viaggio verso Nord. Come raccontato all'inizio, ci sarebbe tanto piaciuto passare a Nord-Ovest e raggiungere il Jotunheimen National Park, per poi ricongiungerci ad Alesund, tramite il Trollstinden.
Per abbandonare il fiordo di Flåm, abbiamo attraversato il più lungo tunnel stradale in cui siamo mai passati, il tunnel Lærdal, e per percorrerlo ci sono voluti più di 30 minuti!
Arrivati dall'altra parte, ci siamo ritrovati in una valle che si estendeva da Est a Ovest. Inizialmente, l'idea di raggiungere il Bessegen Ridge per fare quella splendida escursione ci avrebbe portato a percorrere questa valle in direzione Ovest, ma purtroppo, in quel momento le nostre ricerche ed analisi ci hanno fatto capire che sarebbe stato difficilissimo anche solo provare a salire su quel crinale, la neve a Sud era ancora tanta, troppa!
Così, in quel preciso momento, mentre l'auto era in ricarica, decidemmo di seguire il piano B.
Avevamo solo in mente di raggiungere il mega ghiacciaio della Norvegia, il Jostedalsbreen, e nel mezzo del viaggio, come sempre, cartografia alla mano, scegliere dove fare un'escursione.
Ma prima...
Stavkirke di Borgund
Con una piccola deviazione, abbiamo raggiunto questa splendida chiesa storica.
In tutta la Norvegia ne sono rimaste solo pochissime. La maggior parte sono state bruciate nella metà del secolo scorso. Sono delle affascinanti chiese con il tetto ricoperto da catrame, che grazie alla loro architettura ed al loro colore ricordano subito qualche saga nordica.

Anche se si tratta di una classica attrazione turistica, penso che una visita meriti di essere fatta.
Traghetto Mannheller - Fondes
Dopo la visita alla Stavkirke, abbiamo ripreso le tracce del nostro viaggio, ed abbiamo abbandonato il fiordo utilizzando il primo di sette traghetti.
Viaggiando tra i fiordi norvegesi, ben presto ci si rende conto che dei traghetti non se ne può fare a meno.
In ogni caso, non costano molto, qualche euro a tratta, ed offrono la possibilità di scendere dall'auto ed ammirare il paesaggio da una prospettiva differente.
Tramite questo traghetto ci siamo imboccati sulla strada n°5 che ci avrebbe portato attraverso il parco glaciale tramite tanti tunnel, fiordi, laghi e valli.
Passando da Sogndalsfjøra, una città sul percorso, c'è la possibilità di seguire la strada n°55, una strada conosciuta per i panorami che incontra nel suo percorso.
Noi invece abbiamo proseguito verso Nord-Est.
La strada si fa sempre più simile ad un passo alpino, e il territorio, sempre più invernale e decisamente meno primaverile, però era ancora caldo!
Ad un certo punto, siamo passati a sinistra del lago Dalavatnet (ce poi Vatnet significa Lago...), un bellissimo lago ghiacciato. A quel punto, ho aperto Alltrails e ho notato esserci una traccia di un'escursione in prossimità di un parcheggio. Si trovava all'imbocco di una estetica valle tutta imbiancata dalla neve ed illuminata dal sole.
L'escursione che ci ispirò fu proprio quella che poteva portarci in cima al Togga, la prima montagna sulla parte destra della valle.
A livello pratico non sarebbe stato difficile con la neve giusta. Avevamo ramponi e piccozza, pantaloni da neve, guanti e ghette. L'escursione sarebbe stata logica ed elementare. Seguire il crinale fino a superare la linea del bosco e raggiungere la cima. Quasi come in Appennino (Spesso in Nord Europa le montagne non sono poi così diverse da quelle del nostro appennino).
Così, dopo aver parcheggiato siamo partiti!
Partendo subito sulla neve, ci rendiamo subito conto che la sua qualità e tenuta era bassissima. Neve marcia! Di quella che dopo 10 minuti sei fradicio, e come se non bastasse, proseguire comporta un continuo sprofondamento in buche, radici, trappole che rendono il tutto una ravanata pazzesca. Insostenibile.
Inoltre, la pendenza aumentava sempre più fino a 40° circa.
Arrivati in un bel punto panoramico decidemmo quindi di abbandonare la cima, girarci, ammirare la vista ed iniziare a tornare alla macchina.
Dopotutto, è stato molto bello lo stesso, un pizzico di avventura non ce la siamo fatta mancare. 

La vista sulla valle del Gundvoralselvi

Dopo tante imprecazioni a causa della neve sfondosa, ormai fradici siamo arrivati alla macchina nel tardo pomeriggio.
Quel giorno, per poter asciugare i vestiti abbiamo deciso di prenotare un AirBnb. Lo abbiamo trovato nella città di Sandane, una tranquilla cittadina al termine del Gloppefjorden.
Non avevamo molto tempo, e quindi la Marti guidò spedita e non ci potemmo fermare troppo spesso a fare foto come avrei voluto. Tuttavia, il paesaggio dall'auto è stato comunque uno spettacolo per gli occhi, e qualche foto sono riuscito a farla.

La robustezza degli asfalti norvegesi

La strada poco prima di entrare nel tunnel sotto al Frudalsbreen

Dopo aver oltrepassato il tunnel del Frudalsbreen (Frudal Tunnel), siamo sbucati in un'altra vallata glaciale del parco, il Fjærlandsfjorden. Un fiordo molto panoramico.

Fjærlandsfjorden verso Bøyum

Proseguendo, siamo passati per una splendida lingua glaciale, la prima che abbiamo visto da vicino.
Il Bøyabreen Glacier
Visibile benissimo dalla strada quando ci siamo passati noi era ancora ricoperto dalla neve, il tutto in una conca estremamente riparata dal resto del paesaggio.

Il Bøyabreen Glacier in tutta la sua bellezza

Dopo il Bøyabreen, il tempo stringeva sempre più, e abbiamo deciso di fare un non-stop fino a Sandane. Il giorno dopo avremmo avuto il tempo di vedere i paesaggi con più calma. Sandane era leggermente fuori rotta rispetto alla nostra destinazione, e quindi in giorno dopo avremmo dovuto fare un po' di strada a ritroso.
Ad ogni modo, a Sandane ci ha aspettato una splendida casetta con giardino vista fiordo, dove abbiamo cenato ed ammirato il tramonto.
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