Data: 2020-01-11
Primi giorni del 2020,
Siamo nella stagione fredda, anche se quest’anno a causa delle scarse nevicate, lo
potremmo definire più come un “autunno prolungato” che come un vero e proprio inverno.
Corno alle Scale, questo è il nome della montagna più interessante e vicina a dove vivo, la
riesco a raggiungere in circa un’ora e mezza di macchina. Essendo così vicina la conosco
molto bene e potrei definirla come “la montagna di casa”.
Questo massiccio sebbene sia in Appennino, presenta interessanti caratteristiche
geologiche e ambientali che regalano fortissime emozioni in tutte le stagioni. Per quanto
riguarda la conformazione parliamo di una montagna erbosa con diversi speroni di roccia
stratificata. Sul versante Nord-Est, il Corno si tuffa ripidamente in una chiusa vallata tramite
prominenti canaloni di dislivello compreso tra i cento e i quattrocento metri. Questa vallata
per via della posizione, è completamente isolata dal resto del paesaggio e per questa
ragione viene chiamata “Valle del silenzio”. Nonostante la valle non sia particolarmente
grande, essendo essa rinchiusa tra rocce ed alture erbose, dà subito l’idea di ritrovarsi da
soli nella natura, nella quasi totale assenza di artefatti umani. Queste caratteristiche la
rendono per me uno dei posti più magici che conosca nell’Appennino.
Il Corno è quindi perfetto per staccare dalla quotidianità delle città e passare qualche
esperienza outdoor.
11 Gennaio,
Appena dopo il rientro dalle mie amate Dolomiti, la mia grande passione per le avventure
nonché voglia di continuare a fare pratica per l’alpinismo mi ha fatto sentire il bisogno di
uscire e di partire per la montagna. Ho deciso quindi di farmi una bella esperienza di
ghiaccio vicino a casa.
Caricata l'attrezzatura in macchina mi sono messo in marcia dirigendomi verso la base del
Corno alle scale. Vedere il lago ghiacciato ma il bosco completamente senza neve
indubbiamente rende triste... Inizio a camminare nel faggeto per poi raggiungere in poco
tempo la famosa Valle del silenzio la quale nonostante la scarsa neve riesce lo stesso a
riempirmi gli occhi di gioia. Fa un po’ freddo, nonostante il sole la temperatura è comunque
sotto lo zero. Ammiro per qualche minuto tutta la valle osservando i canali che scalerò poco
dopo. Scelgo di risalire uno dei primi canali, visibilmente ripido ma che dalla cartina non
mostrava pendenze estreme. Non bisogna mai azzardare mosse troppo rischiose quando si
parla di risalire canali ghiacciati, ed essendo in solitaria ho dovuto valutare con particolare
attenzione la difficoltà della strada. Giunto finalmente al termine della prateria mi preparo
alla scalata sedendomi di fianco alla solida lingua di ghiaccio che costituisce la base del
canalone. Ramponi ai piedi, piccozza allacciata al polso, casco e zaino in spalla!
Inizialmente il canalone non è troppo ripido, la picca serve solo da appoggio e il ghiaccio è
fantastico. Adoro il suono che producono i ramponi quando perforano la superficie liscia del
ghiaccio, è un rumore che crea quasi dipendenza a noi amanti dell’ambiente invernale.
Continuando a salire mi rendo conto di quanto sia emozionante lo scenario che mi circonda
benché non prettamente invernale, e decido così di fermarmi per scattare qualche foto
assicurandomi a un chiodo da fessura che qualcuno aveva piantato precedentemente. Poco
dopo riprendo la scalata ed entrando in una strettoia tra due mura rocciose, noto la
maggiore pendenza in cui quasi ingannevolmente mi ritrovo. Guardando dietro di me
l’inclinazione è come sempre molto più ripida di quanto invece pareva salendo, tanto che se
optassi per un dietrofront sarebbe necessaria una calata in corda doppia per poter scendere in sicurezza. Superata questa grossa sala tra alti muri rocciosi, passo attraverso una
strettoia dove trovo un piccolo crepaccio che scavalcato con attenzione mi regala un’ottima
visuale sulla sommità del canalone che con gli ultimi ma faticosissimi sforzi mi porta sulla
cima.
Una volta messi i piedi sulla cima mi rendo conto di essere davvero felice ed entusiasta del
percorso che ho appena fatto. Sono da solo e il mio spirito da highlander è orgoglioso. In
cima c’è un vento talmente forte da obbligarmi a scendere per un versante meno
panoramico ed esposto, non riesco a stare in piedi da quanto soffia potente!
Tornato alla macchina mi trovo a pensare a quanta emozione può regalare anche una così
piccola e poco conosciuta montagna. L’ambiente poco frequentato e tanto isolato dalla
civiltà rendono il Corno alle Scale un terreno d’avventura bellissimo, utile a chi, come me,
sta cercando d'imparare le tecniche alpinistiche invernali, e a tutti coloro che vogliono
ampliare i propri orizzonti vivendo nuove esperienze.

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