CAMMINARE SOPRA LE NUVOLE
Monte Rosa - Giugno 2021
Come molti, anche io ho scelto di spingermi oltre alle "solite altitudini" per sperimentare qualcosa di diverso e per questo motivo ci siamo diretti verso il Monte Rosa, con l'intento di raggiungere la famosissima Capanna Margherita, nota soprattutto per essere il rifugio più alto d'Europa.
In cordata dopo il colle del Lys, guardando la meta.
“Forse è vero, come sosteneva mia madre, che ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene. La sua era senz'altro il bosco dei 1500 metri, quello di abeti e larici, alla cui ombra crescono il mirtillo, il ginepro e il rododendro, e si nascondono i caprioli. Io ero più attratto dalla montagna che viene dopo: prateria alpina, torrenti, torbiere, erbe d'alta quota, bestie al pascolo. Ancora più in alto la vegetazione scompare, la neve copre ogni cosa fino all'inizio dell'estate e il colore prevalente è il grigio della roccia, venato dal quarzo e intarsiato dal giallo dei licheni. Lì cominciava il mondo di mio padre. Dopo tre ore di cammino i prati e i boschi lasciavano il posto alle pietraie, ai laghetti nascosti nelle conche glaciali, ai canaloni solcati dalle slavine, alle sorgenti di acqua gelida. La montagna si trasformava in un luogo più aspro, inospitale e puro: lassù lui diventava felice. Ringiovaniva, forse, tornando ad altre montagne e altri tempi. Anche il suo passo sembrava perdere peso e ritrovare un'agilità perduta.”  - [ Paolo Cognetti, Le otto montagne ]

Con questa Cit de "Le otto montagne" vi racconto quello che per me è stato spingersi oltre alla mia quota prediletta. In effetti mentre salivo sul Monte Rosa, mi sono presto reso conto di quanto vera sia questa frase, e mi è piaciuto.
Fin da sempre sono stato abituato alle quote delle Dolomiti, tra i 2500 e i 3000, quelle sono le mie quote comfort, sia in estate che in inverno, ancora non avevo fatto esperienza di quattromila e oltre. Come tutti gli appassionati di montagna ero da molti anni intenzionato ad alzare l'asticella di questo limite per "vedere se reggo" ed in generale per vivere qualcosa di nuovo.
Il progetto: 
Un giorno, verso dicembre 2020 il mio amico Fabrizio mi disse: "Elius, a fine giugno andiamo a Capanna Margherita sul Rosa?"
Io subito dissi di si! era l'occasione che cercavo, una giusta compagnia e tante belle storie da vivere. Da quel momento abbiamo prenotato ogni alloggio, dall'hotel ad Alagna al Rifugio Capanna Gnifetti. Abbiamo quindi scommesso che quel giorno sarebbe stato bel tempo e saremmo stati in forma, e fortunatamente è stato così.
Con o senza guida? Questo è stato il primo dilemma che un po' per spirito di avventura ma anche per questione di soldi ci portò a scegliere di andare in autonomia. Avevamo già esperienza di progressione su ghiacciaio ed avevamo tutto l'occorrente per gestire i pericoli oggettivi che quello scenario comporta. Quindi ci siamo messi a studiare per bene la via, a leggere relazioni, vedere video, informarsi in ogni modo possibile. Esiste anche la Google Street View dell'intera via normale, assurdo!
Dal ghiacciaio del Lys
La Realtà:
Arrivati ad Alagna, uno splendido paesino del Piemonte ai piedi del Monte Rosa a circa 1100 metri sul livello del mare, siamo andati subito a dormire, erano le 23 e dovevamo dormire il più possibile.
Il giorno seguente avevamo tutto il giorno per prendere gli impianti di risalita (una cabinovia e due funivie) e raggiungere il ghiacciaio Indren, per poi a piedi finire al rifugio Gnifetti, a poco più di 3600 metri.
Più di 2400 metri di dislivello bruciati in meno di due ore con gli impianti e un breve trekking.
Dopo aver pranzato nel rifugio, per passare il tempo siamo andati a fare un giro di acclimatamento sul ghiacciaio. In pratica gli esperti consigliano per evitare di stare male di salire in alto e dormire in basso. Sostanzialmente siamo saliti di 200 metri di dislivello dalla quota di dove avremmo dormito per poi tornarci. Non so dirvi se questo abbia funzionato ma in ogni caso abbiamo ripassato le manovre della cordata e anche i paranchi.
La sera, al Gnifetti abbiamo iniziato ad accusare questo grosso dislivello con forti mal di testa che fortunatamente abbiamo gestito con FANS e con il riposo notturno. C'è da tener conto che non si dorme affatto bene a quella quota, ma questo già lo sapevamo.
La mattina dopo stavamo tutti bene anche se alcune persone sono state male durante la notte e hanno deciso di rinunciare alla salita. Con un'abbondante colazione siamo partiti in tantissimi sul ghiacciaio del Lys, eravamo in una settantina di persone e quasi tutti andavamo alla Margherita. Alcuni invece andavano su cime più solitarie e certamente più selvagge, come i Lyskamm, la piramide Vincent o la cresta Parrot. Alcuni sono anche andati sulla cima del Rosa.
Dal Rifugio Gnifetti
I crepacci:
 Il terreno glaciale su cui siamo passati non era di certo privo di pericoli. Quando si dice che bisogna prepararsi all'eventualità di cadere in un crepaccio non lo si fa per eccesso di prudenza come magari capita con altre tecniche di montagna, lo si fa perché di crepacci ce ne sono tanti e molti sono nascosti da un sottile strato di neve che prima o poi si apre.
Siamo passati su molti crepacci anche scavalcandoli ma non sappiamo esattamente quanti ponti di neve nascosti abbiamo traversato inconsciamente. A mio parere è fondamentale partire di buon mattino in modo da avere almeno il freddo dalla nostra parte a tenere solida la neve. Al ritorno infatti in certi punti eravamo soliti a sprofondare nella neve fresca. Ad ogni modo seguendo la traccia degli alpinisti passati prima di noi rende il tutto un po' più sicuro ma senza escludere del tutto il pericolo. Fondamentale quindi legarsi in conserva e anche con i nodi a palla.
Il Ghiacciaio del Lys
La cima:
Dopo aver raggiunto il colle del Lys, dove finalmente la montagna spiana, abbiamo intravisto la Capanna Margherita ed il suo Colle Gnifetti. Il tempo bellissimo e lo scenario suggestivo ci ha presto portati in cima, dove il mondo è esploso ai nostri piedi, un mare di nuvole che così in alto non avevo mai visto ci ha stupiti ancora una volta. La Margherita è senza dubbio mainstream ma questo non ci ha impedito di vivere un'esperienza fantastica che sicuramente ricorderemo per tutta la nostra vita.
La capanna sul colle
Per concludere è stato un weekend fantastico, per noi nuovo. Consiglio a tutti di farci un pensiero e di allenarsi per realizzarlo meglio. Se siete fotografi allenatevi per portare la macchina fotografica perché se il tempo lo permetterà ne farete buon uso. Per la quota se non avete modo di raggiungere dei tremila nei giorni precedenti alla salita non vi preoccupate troppo, ma non esitate a prendere le pastiglie anche al minimo sintomo, in alta quota meglio eccedere di precauzione che stare male.

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