Poco più a Sud di Bologna, nelle colline che separano le valli del Setta e del Savena, si trova un'ampia bastionata di arenaria che prende il nome di Contrafforte Pliocenico. Questa scogliera vanta di notevoli caratteristiche che la distinguono dal resto del territorio limitrofo. La roccia è sabbiosa, spesso gialla, qualche volte grigia e dall'aspetto più solido. L'intera barriera è esposta a Sud-Ovest, questo le conferisce un clima quasi costiero. Dopotutto in origine era proprio una spiaggia! Ci sono anche molte conchiglie incastonate nella roccia, e si possono trovare anche fossili.
Il punto più prominente, più alto e più conosciuto è sicuramente il Monte Adone, la prima divinità che si incontra nella Via degli Dei. Frequento questo luogo da diversi anni, ma negli ultimi due mi ci sono affezionato particolarmente. Spesso, nelle stagioni calde diventa per me scenario di rilassanti trekking e corsette infrasettimanali.
Sebbene il sentiero principale e quindi la cima del monte siano molto frequentati, la base della paretona rocciosa ed i suoi accessi sono posti abbastanza solitari.
Esplorando questi spazi si trovano molte curiosità, dall'orrido che dalla cima scende in uno stretto canyon, in mezzo a due torrioni di sabbia, fino ad arrivare alle grotte delle fate. Queste sono due grandi cavità, formate da spaccature della parete principale. Situate alla base della verticale proveniente dalla croce, è possibile entrarvi senza troppa difficoltà. Trattandosi comunque di arenaria, una roccia in costante erosione, è fondamentale munirsi di casco anche solo qualora ci si volesse soltanto affacciare. La prima, guardando il monte, la più a sinistra, è molto stretta e non ha infiltrazioni di luce al suo interno. La seconda invece, più ampia fin da subito, è in realtà più simile ad un canyon in quanto una volta entrati è sempre visibile il cielo dalle fenditure al di sopra. Grazie a questo lucernario naturale, in certi momenti della giornata è possibile godere di una calda luce che rende rossicce le pareti interne. Con qualche esperimento, ho fatto finta di trovarmi in un grande parco americano all'interno di un iconico canyon. Riguardando le immagini realizzate, la magia è cominciata. Non sarà l'Antelope Canyon, ok... Però è in provincia di Bologna, e l'avventura non manca.
Il punto più prominente, più alto e più conosciuto è sicuramente il Monte Adone, la prima divinità che si incontra nella Via degli Dei. Frequento questo luogo da diversi anni, ma negli ultimi due mi ci sono affezionato particolarmente. Spesso, nelle stagioni calde diventa per me scenario di rilassanti trekking e corsette infrasettimanali.
Sebbene il sentiero principale e quindi la cima del monte siano molto frequentati, la base della paretona rocciosa ed i suoi accessi sono posti abbastanza solitari.
Esplorando questi spazi si trovano molte curiosità, dall'orrido che dalla cima scende in uno stretto canyon, in mezzo a due torrioni di sabbia, fino ad arrivare alle grotte delle fate. Queste sono due grandi cavità, formate da spaccature della parete principale. Situate alla base della verticale proveniente dalla croce, è possibile entrarvi senza troppa difficoltà. Trattandosi comunque di arenaria, una roccia in costante erosione, è fondamentale munirsi di casco anche solo qualora ci si volesse soltanto affacciare. La prima, guardando il monte, la più a sinistra, è molto stretta e non ha infiltrazioni di luce al suo interno. La seconda invece, più ampia fin da subito, è in realtà più simile ad un canyon in quanto una volta entrati è sempre visibile il cielo dalle fenditure al di sopra. Grazie a questo lucernario naturale, in certi momenti della giornata è possibile godere di una calda luce che rende rossicce le pareti interne. Con qualche esperimento, ho fatto finta di trovarmi in un grande parco americano all'interno di un iconico canyon. Riguardando le immagini realizzate, la magia è cominciata. Non sarà l'Antelope Canyon, ok... Però è in provincia di Bologna, e l'avventura non manca.
Sapevi che le grotte delle fate prendono questo nome per via di una leggenda?
Si narra che nelle notti di plenilunio delle evanescenti ragazze, fluttuando nella nebbia, risalissero con calma le pendici partendo dal fondovalle, per poi rifugiarsi all'interno di queste grotte.
Mi piace pensare che questo avvenga realmente, conservare queste leggende è importante.
Si narra che nelle notti di plenilunio delle evanescenti ragazze, fluttuando nella nebbia, risalissero con calma le pendici partendo dal fondovalle, per poi rifugiarsi all'interno di queste grotte.
Mi piace pensare che questo avvenga realmente, conservare queste leggende è importante.