Sorvolando i Vestfjord islandesi

Il nostro viaggio verso il ghiaccio della Groenlandia inizia già in aereo. Dopo aver sorvolato la mia amata Islanda, con i suoi fiordi dell’ovest, ecco che all’orizzonte appare la costa Est della Groenlandia, la più selvaggia.
Da diecimila metri riusciamo a scattare foto incredibili della calotta e dei fiordi sottostanti: ho persino ricostruito dalle mappe la zona precisa, circa trecento chilometri a nord di Tasiilaq. Un giorno, chissà, potremmo organizzare una spedizione proprio lì.

Primo scorcio della Groenlandia, non male considerando che lo scatto è stato fatto in aereo, no?

Immensi mari di ghiaccio, la calotta è spettacolare.

La zona che stavamo sorvolando, circa 300 km a Nord di Tasiilaaq

Poi, solo bianco. Bianco sospeso, infinito, per oltre un’ora. Finché il paesaggio inizia a cambiare: sulla calotta compaiono corsi d’acqua turchesi, visibili persino dall’aereo. Il ghiaccio si assottiglia, si avvicina al mare, e lascia infine spazio a paesaggi fluviali che ricordano l’Islanda con le loro curve sinuose.

Sempre dall'aereo, verso l'estremità Ovest della calotta, immensi laghi e fiumi turchesi si possono ammirare da 6000m

Atterriamo a Kangerlussuaq, l’unico vero aeroporto internazionale della Groenlandia, nato come base militare americana durante la Seconda guerra mondiale. È un posto strano, più funzionale che bello: un villaggio che vive soprattutto di turismo e di logistica, ma anche punto di partenza – o arrivo – dell’Arctic Circle Trail, un trekking famoso che attraversa la tundra fino alla costa ovest.
All’arrivo ci aspetta la prima sorpresa: l’operatore della jeep si era dimenticato di noi. Dopo qualche ricerca, ci mandano un sostituto: un signore simpaticissimo, che scende con in mano un gelato confezionato. Da quel momento per noi diventa semplicemente “Cremino”.
Ci carica sul suo vecchio fuoristrada, che in realtà sarebbe da cinque posti, ma noi siamo in sei, con zaini enormi. Risultato: io finisco nel bagagliaio… come un cane!
La strada verso il Point 660 è una delle pochissime sterrate della Groenlandia: poco più di 30 chilometri che si insinuano nella tundra, tra buche e sobbalzi. Io, da amante delle texture del paesaggio, mi metto subito a osservare i colori e le forme: qui sono più freddi che in Islanda. Ben presto però capiamo che il paragone non regge: geologicamente l’Islanda è una bambina, mentre la Groenlandia è una vecchia saggia.
Cremino ci racconta un po’ di sé: lui viene da Sisimiut, una cittadina costiera decisamente più carina di Kangerlussuaq. Ora lavora qui, facendo un po’ di tutto, soprattutto legato al turismo che cresce ogni anno.
Lungo la strada iniziamo a incontrare i primi animali: branchi di caribù, la renna groenlandese, che scopriremo essere onnipresenti durante il viaggio. Più avanti, nei giorni successivi, vedremo anche i possenti buoi muschiati, un incontro che non dimenticheremo.

Uno dei tantissimi Caribou (Renna) che abbiamo incontrato

Finalmente arriviamo al Point 660, uno dei pochi accessi diretti alla calotta groenlandese. Con i nostri zaini da 18 chili – e qualcuno anche più pesante – scarichiamo tende e cibo. È il momento: ci mettiamo i ramponi e iniziamo a camminare sul ghiaccio della Groenlandia, la seconda calotta glaciale più grande del pianeta.
Ormai siamo abituati a camminare con i ramponi, a muoverci tra neve e ghiaccio. Ma oggi di neve non ce n’è. Solo il ghiaccio vivo, compatto, inciso da limpidi corsi d’acqua che scorrono come vene bluastre in una pelle di cristallo.
All’inizio il paesaggio sembra piatto, uniforme, quasi monotono. Poi, passo dopo passo, cambia: si aprono crepacci profondi, canali che si snodano come fiumi incisi nel ghiaccio, curve e intrecci che sembrano disegnati apposta per la fotografia paesaggistica. È un mondo che si trasforma sotto i nostri occhi, e ogni svolta ti sorprende.
In origine avevamo altri piani: volevamo passare la notte direttamente sulla calotta, con le tende piantate sul ghiaccio. E addirittura, in un momento di entusiasmo, avevamo pensato di calarci nei crepacci con le piccozze. Ma la Groenlandia non fa sconti. Le previsioni dicevano che l’indomani, l’8 agosto, sarebbe arrivata la giornata più difficile del viaggio, con vento e pioggia. Così abbiamo deciso di non rischiare.
E proprio questa scelta ci ha regalato uno dei momenti più belli di tutta l’avventura.
Quella sera, invece di prepararci a una notte scomoda e fredda sul ghiaccio, ci siamo trovati davanti a un tramonto indimenticabile. Lento, sospeso, con sfumature che andavano dall’oro al rosa, e poi al blu profondo. 
Abbiamo percorso circa sei chilometri senza fretta, semplicemente seguendo i nostri passi tra i ghiacci, finché siamo arrivati a un grande lago glaciale. L’acqua era immobile, liscia come uno specchio. Rifletteva i colori del cielo in un doppio tramonto che sembrava infinito.
È stato un paesaggio capace di far innamorare chiunque. Non servivano parole, né foto: solo restare lì, in silenzio, a respirare la luce che si posava sul ghiaccio.
E in quei momenti, ti rendi conto di quanto il mondo sia fragile e immenso allo stesso tempo. Ti accorgi che la bellezza è lì, pronta a sorprenderci, se solo sappiamo fermarci a viverla.

L'itinerario totale che abbiamo realizzato, da Est a Ovest

E dopo, come siamo tornati a Kangerlussuaq?
A piedi!
Abbiamo deciso di camminare fino al punto di partenza, esplorando la vasta e selvaggia tundra artica, cibandoci di mirtilli, bevendo dai ruscelli.
In quella zona, e in molte altre della Groenlandia, in estate i mirtilli sono letteralmente ovunque. E' facile ritrovarsi a fare scorpacciate improvvisate. 
E l'acqua è davvero facile da trovare, limpidissima, pulitissima. Molte persone nemmeno la filtrano, noi per sicurezza, almeno nei primi giorni l'abbiamo filtrata. 
In ogni caso si può tranquillamente girare con mezza borraccia in quella zona.
In alcuni punti abbiamo seguito la sterrata che abbiamo fatto in fuoristrada all'andata, quando possibile invece abbiamo esplorato la tundra, seguendo le valli, andando dove eravamo spinti ad andare.
Il giorno dopo la gita sulla calotta ha avuto un pomeriggio "devastante". Il momento più piovoso dell'intero viaggio, ma abbiamo comunque percorso 15km.
Il terzo giorno, andando a dormire con le nuvole, ci siamo svegliati con il sole!
Abbiamo iniziato un trekking di due giorni chiamato "Ice Ridge Trail", un bellissimo crinale, mai monotono, facile da seguire e ricco di scorci, che permette di allontanarsi dalla strada, pur raggiungendo Kangerlusuaq in circa 35 km.
Questo percorso è spesso utilizzato dagli escursionisti intenti a percorrere il famoso Arctic Circle Trail, un trekking di 180 km, che collega Sisimiut con Kangerlussuaq, per raggiungere la calotta integrando il loro cammino.
Lungo il crinale abbiamo trovato sempre tanti mirtilli ed incontrato molte renne, spesso curiose e tranquille.
Dentro di me comprendo come la caccia sia tanto apprezzata tra i groenlandesi.
Se devo trovare un'unica nota scomoda è che in alcuni casi ci possono essere dei guadi un po' scomodi, spesso imprevedibili, a seconda della quantità di pioggia che è caduta.
Un breve accenno alla copertura telefonica: A Kangerlussuaq è ottima, oltre l'ice ridge è assente. Da quando siamo stati lasciati al Point, fino a salire sull'ice Ridge abbiamo dovuto usare l'inReach.
In Groenlandia è spesso così, è bene prepararsi con un comunicatore satellitare, anche solo per ottenere il meteo aggiornato.
Mosquitos, la piaga della Groenlandia 🦟
Forse potreste aver già sentito parlare di questo tema, in ogni caso ve lo posso confermare io, armatevi di cappello zanzariera perchè in alcuni punti è veramente dura!
Questi insetti non sono le nostre zanzare, le quali pungono più dolorosamente ma in minor quantità, sono sciami pronti ad attaccarsi a qualsiasi parte della vostra pelle. Spariscono con il brutto tempo, tendono a seguirvi nel vostro cammino.
Un consiglio, oltre a quello della retina, muovetevi! Di solito compaiono se state fermi per un po'.

L'ultima alba, prima del ritorno a Kangerlussuaq

Arrivati a Kangerlussuaq termina la nostra prima parte del viaggio. Il giorno dopo siamo partiti per Nuuk, dove uno scenario completamente differente ci ha atteso.
Stay tuned!

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